Alcune citazioni di filosofi contemporanei:
- "Nel paesaggio, in quanto riflesso del mondo e del suo mistero, l'uomo ha posto le prime domande sul senso del suo vivere ed operare". (Eugenio Turri, 2004) Nella rappresentazione di un paesaggio, pertanto, vi è un riconoscimento da parte del soggetto in ciò che è stato percepito: nel paesaggio l'individuo si riconosce. Il paesaggio fornisce in un qualche modo un'identità ad una determinata popolazione o civiltà. Attraverso esso gli individui hanno la possibilità di rispecchiarsi e di riconoscersi, nonché di rivivere il proprio passato.
- "la maniera particolare in cui gli esseri umani imparano ad organizzare il loro comportamento e il loro pensiero in relazione all'ambiente è il luogo in cui gli individui vanno incontro, contemporaneamente a un processo particolaristico di culturalizzazzione e a uno universalistico di umanizzazione: nel diventare membri di una cultura specifica, diventano anche esseri umani".( Fabietti. U, Malighetti. R, Matera. V, Dal tribale al globale, Mondatori, 2000, Milano)La cultura è fatta non solo da una lingua, da stili di vita, da una religione, ma anche di paesaggi, che fungono da orizzonti di riferimento. Il paesaggio è uno spazio particolare che plasma la vita dell'uomo e che a sua volta è plasmato dalle azioni dell'uomo.
Filosofo tedesco, Joachim Ritter |
- Infine i maggiori contributi di carattere estetico-filosofici vengono da Joachim Ritter e Georg Simmel. Ritter nello scritto "Paesaggio, uomo e natura nell'età moderna", scrive: "paesaggio è natura che si rivela esteticamente a chi lo osserva e contempla con sentimento: né i campi dinanzi alla città né il torrente come confine, strada mercantile e ostacolo per costruire ponti, né i monti e le steppe dei pastori e delle carovane (o dei cercatori di petrolio) sono, in quanto tali, "paesaggio". Lo diventano solo quando l'uomo si rivolge a essi senza uno scopo pratico, intuendoli e godendoli liberamente per essere nella natura in quanto uomo".