Giacomo Leopardi, 1798-1837 |
Le idee di Leopardi sul
rapporto fra uomo e natura conoscono un’evoluzione con il passaggio dalla contrapposizione tra
una natura benefica e generosa e una ragione malefica, a una concezione assolutamente negativa dell’esistenza. In quest’ultima fase, la natura assume l’immagine di una
madre assassina che crea per distruggere, al solo scopo di perpetuare il
circolo materiale di riproduzione.
Ecco due esempi in cui viene citata la natura contrapposta all'uomo che dominato dalla ragione si pone in contrasto con questa.
Dallo Zibaldone, p. 14:
La ragione
è nemica d’ogni grandezza: la ragione è nemica della natura: la natura è
grande, la ragione è piccola. Voglio dire che un uomo tanto meno o tanto più
difficilmente sarà grande quanto più sarà dominato dalla ragione: che pochi
possono esser grandi (e nelle arti e nella poesia forse nessuno) se non sono
dominati dalle illusioni.
Dallo Zibaldone,
p. 34:
La ragione
è nemica della natura, non già quella ragione primitiva di cui si serve l’uomo
nello stato naturale, e di cui partecipano gli altri animali, parimente liberi,
e perciò necessariamente capaci di conoscere. Questa l’ha posta nell’uomo la
stessa natura, e nella natura non si trovano contraddizioni. Nemico della
natura è quell’uso della ragione che non è naturale, quell’uso eccessivo ch’è
proprio solamente dell’uomo, e dell’uomo corrotto: nemico della natura, perciò
appunto che non è naturale,né proprio dell’uomo primitivo.